Attenzione: non voglio dire che non ti debba scusare se hai commesso un torto o hai involontariamente danneggiato qualcuno.
Se ti muovi sbadatamente e colpisci una persona, le scuse sono dovute.
Se per un preconcetto o per scarsa attenzione hai frainteso le parole di qualcuno, rimediare dichiarando il tuo dispiacere è un comportamento maturo.
Mi riferisco invece ai casi troppo frequenti in cui, purtroppo, si chiede scusa a vanvera, cioè senza una reale motivazione e mettendosi inutilmente in una posizione subalterna di debito, come questi:
“scusa hai un minuto?”
“mi scusi, posso passare?”
“scusi, cameriere”
In questi esempi, di cosa dovresti essere colpevole? Dove hai mancato?
Sono formule che sembrano dettate dalla cortesia, quando invece implicano che tu debba farti perdonare. Eppure vuoi semplicemente parlargli, passargli vicino senza urtarlo o richiamare la sua attenzione (avendone tutti i diritti in quanto cliente).
Perciò, lascia stare le scuse gratuite. Riservale per i casi in cui combini realmente qualcosa di sbagliato.
Per evitare la malcomunicazione:
“Scusa, hai un minuto?” diventa “hai un minuto?”
“Mi scusi, posso passare?” diventa “permesso”.
“Scusi, cameriere” diventa “cameriere”.
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